Aberdeen Café - Il Respiro di Bessie by Biagio Barbarino

Aberdeen Café - Il Respiro di Bessie by Biagio Barbarino

autore:Biagio Barbarino [Barbarino, Biagio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Fantasy, General
ISBN: 9788868823962
Google: 6UpDCQAAQBAJ
editore: Lettere Animate Editore
pubblicato: 2015-05-13T19:03:17+00:00


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Le fate si moltiplicarono e tra uno viso e l'altro Elizabeth scorse anche degli elfi.

Probabilmente avrebbero preso parte alla riunione anche dei folletti ma, bassi com'erano, in mezzo a quella folla nessuno si sarebbe accorto di loro.

Elizabeth e Pamela sedevano con Rouge a uno dei tavolini più vicini al bancone e a due tavolini di distanza Keyhira sfogliava un grosso volume rilegato in velluto.

Elizabeth si guardò intorno, sopraffatta dalla vista di così tante creature tutte in un'unica stanza. Ogni tavolino ospitava in media tre fate, due fate e un elfo o quattro elfi, i quali, stando alla rapida spiegazione di Rouge, raramente sedevano lontani dai membri della propria famiglia.

Esattamente di fronte al loro tavolo Elizabeth riconobbe l'elfo dalla testa rossastra priva di cappelli. Le sorrideva e lei, seppure imbarazzata, si sforzò di ricambiare.

Parlavano tutti. Le fate a voce più alta, gli elfi sussurrando, i folletti con quei loro toni gracchianti.

Pamela ruotava la testa prima da questa e poi da quella parte, estasiata, così felice che Elizabeth temeva davvero di vederla esplodere da un momento all'altro.

La osservava da vicino, con quel suo sorriso che le accendeva lo sguardo, quei capelli arruffati e quegli abiti colorati che non disdicevano affatto in un bar popolato da creature del Piccolo Popolo, con le loro lunghe vesti sgargianti, le loro pelli rossastre, verdognole o azzurrine e i loro lunghi capelli intrecciati con foglie e perle.

Dove avrebbe trovato il coraggio di dirglielo? Come? Che parole avrebbe dovuto usare?

“Pamela...” esordì.

L'amica la guardò con i suoi grandi occhioni luccicanti di felicità.

Elizabeth trasse un profondo respiro e fece per continuare, ma qualcuno si schiarì la voce e il silenzio più assoluto cadde su tutta la sala, spezzando le conversazioni e richiamando tutti all'attenzione.

Sospirò e si voltò, seguendo la direzione degli sguardi di tutti i presenti.

Davanti al largo bancone di legno, Venee si ergeva in tutta la sua altezza e in tutta la sua minacciosa imponenza, con le mani giunte e lasciate a penzolare davanti al corpo longilineo e gli occhi più bui della notte.

Dietro di lei, i corti capelli verdi e rosa, un'elfa dal viso lentigginoso e la pelle che in certi punti era così chiara da sembrare azzurra scrutava la sala con occhi vigili.

Tutto nel suo corpo gridava “guerriera”. Il fisico asciutto e muscoloso era solo uno dei tanti indizi al riguardo.

Indossava un paio di pantaloncini di cuoio marrone e la cinta che li teneva ben saldi al bacino altro non era che una corda, alla cui estremità era agganciata l'elsa di quella che sembrava una spada tutt'altro che maneggevole.

Il seno era a malapena coperto da un reggiseno, anch'esso di cuoio, e le spalle erano ricoperte di tatuaggi che, nonostante la vicinanza, Elizabeth non riusciva a decifrare.

Era una presenza che aveva il solo scopo di incutere timore e, constatò Elizabeth, ci riusciva alla perfezione.

Il viso sembrava amichevole, ma bastava una sola occhiata ai penetranti occhi grigi e ogni sicurezza evaporava nel nulla.

Erano occhi assassini, senza alcun dubbio.

Elizabeth rabbrividì e guardò Pamela, ammaliata da tutto ciò su cui si posavano i suoi occhi, persino la guardia del corpo.



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